FRANCESCO FLAMIGNI

E’ dal 776 A.C., cioè dalla prima edizione dai Giochi Olimpici in onore di Zeus ad Olimpia che si è avuto notizia della loro inquietante presenza a tutte le manifestazioni sportive svolte sulla terra… Se ne trovano ovunque anche alle gare della “Bocciofila Pensionati del CRAL dell’ENEL”, o alla Tombolata dell’Ospizio “Villa Arzilla” di Sassuolo!
Direte voi “ma cosa si è fumato Nazzaro”?! No no sono lucido e presente e non ho assunto sostanze stupefacenti, sto semplicemente parlando di quei personaggi che istituzionalmente nell’ambito sportivo vengono “taggati” come…”GUFI”!
In Romagna tale termine ha goduto di rivisitazioni molto efficaci come per esempio “gat nigar”, “sfigatore”, “uslaz”, “gatto attaccato ai maroni” e altri irripetibili…
Dicevo esistono da sempre, nel corso dei secoli si sono molto evoluti; prima in pratica operavano nel più assoluto anonimato, nessuno li conosceva, da casa si servivano di pozioni magiche che agitavano declamando frasi incomprensibili, poi sono passati alle bamboline di cera che infilzavano con grossi aghi, in seguito le “messe nere” in qualche caso con vittime sacrificali come topi e lucertole. Agli inizi del '900 praticavano sedute spiritiche dove venivano evocati gli spiriti maligni che dovevano intervenire sulla salute degli avversari con particolare accanimento su muscoli e ginocchia dei giocatori. Poi, dopo i cruenti conflitti mondiali, approfittando dell’incerto dopoguerra, poco alla volta, si sono in pratica dichiarati, presentandosi fisicamente alle manifestazioni sportive dove ritenevano la loro presenza indispensabile. Ogni azione contro di loro in pratica va a sbattere contro un muro di gomma, tutto quello che cerchi di fare per combatterli ti rimbalza contro! In certi casi si è cercato di arginare l’attacco con manovre diversive e clandestine come per esempio il sale grosso nei quattro angoli del campo di gioco per erigere una barriera invisibile contro “l’Untore”, oppure il piattino con l’olio per scacciare il malocchio, passato sulle divise dei giocatori da una famosissima fattucchiera Napoletana che da anni lotta contro i malefìci! Il “cornetto” rosso nelle mutande sempre di origine Campana un po’ fastidioso (per la punta acuminata!), l’allestimento di piccoli altari negli spogliatoi, quelli con i lumini accesi e i fiori di plastica, davanti ai quali ogni giocatore doveva genuflettersi e pregare!
…Tutto invano, non si riesce ad annientarli, sono invincibili, quando si presentano alle partite, l’unica cosa che puoi fare è toccarti e sperare che non ti mettano nel mirino, altrimenti è la fine. L’aglio e altri accorgimenti artigianali non hanno più efficacia; “loro” si sono evoluti, ora usano tecnologie molto sofisticate, che gli vengono fornite segretamente dall’associazione che li assiste la “Buona Fortuna a Tutti Voi” fondata nel lontanissimo 17 “novembre” 1717! Si tratta di programmini che girano in telefonini, I-Pad, I-Phone, Internet etc….basta un “clic” e state tranquilli che la sfiga arriva!
Sei o sette erano presenti anche ieri sera al Derby con l’Artusiana, tanti davvero, ma è noto che le partite di cartello sono un momento di intensa attività a cui per “statuto” non possono assolutamente mancare. Non si mettono in gruppo, al massimo fanno coppia e si siedono in punti diversi del palazzetto, per tattica molto probabilmente in quanto credo che devono “disegnare” una sorta di invisibile quadrilatero dove riversare poi tutti i malefici che hanno a disposizione! Per noi addetti ai lavori non è problematico individuarli, di solito il loro comportamento è simile, le strategie che utilizzano sono sempre quelle da anni. Per gli inconsapevoli spettatori quindi alcuni indizi utili per riconoscerli e possibilmente combatterli. Ci sono gli “incursori” che di solito arrivano a partita iniziata, rimangono sulle gradinate una decina di minuti salutano e parlano con qualcuno, fingendo disinteresse per la partita spargono strali di sfiga e con un ghigno inconfondibile salutano e se ne vanno. Poi ci sono i “sorridenti”; ti vengono incontro con 32 denti in bella mostra ti stringono la mano e pronunciano il terribile anatema “Tutto bene Mario?”. E se alla fine hanno raggiunto l’obiettivo tornano a salutarti, sempre con i 32 denti e mettono il sigillo con la frase “peccato, mi dispiace veramente”!!!! Infine i “mani in tasca”, generalmente restano in piedi, si piazzano negli angoli più remoti degli spalti (a Villa Romiti sono all’ingresso a destra sull’ultimo gradone della tribuna, controllate!) minimo sono in due, tengono le mani nelle tasche dei pantaloni e solitamente fanno tintinnare in continuazione le monetine, parlottano tra di loro sorridendo (leggi ghignando!) ogni tanto, e grazie ad intercettazioni ambientali sappiamo anche cosa si dicono in quei momenti; “adesso lo sbaglia”, “mai una gioia”, “per me zoppica”, “era ora”, “non ha ancora sbagliato un tiro libero”, “resta poco in campo”, “la partita è già finita”.
Come detto in precedenza, a fronte di simili attacchi è in pratica impossibile combattere, l’unica cosa che secondo me si può fare è non urtare troppo la loro suscettibilità, per quanto possibile è meglio assecondarli e accoglierli al palazzetto con molto riguardo, un'idea potrebbe essere il posizionamento di 4 o 5 trespoli sui gradoni dei romiti, muniti di ogni confort (ciotola per il mangime e per l’acqua, la catenella da legare alla caviglia per non farli cadere etc.!!!) dove farli appollaiare comodamente evitando coppie miste per non farli riprodurre, sarebbe imperdonabile!!!!
Mario Nazzaro